Visioni
William Blake - trad. Ugaretti
Quello tra Giuseppe Ungaretti e la poesia di William Blake è stato un incontro di rilevanza storica, una fedeltà di lunga durata: «sette lustri»,
Un professore esperto di magia nera, un sicario, una strega e un gatto portano scompiglio nella Mosca burocratica e ipocrita degli anni Trenta. Intanto Ponzio Pilato si dispera per non aver potuto impedire la crocifissione di Gesù.
In provincia non succede mai molto, e l'arrivo di due scapoli giovani e benestanti è un avvenimento. Specialmente in una casa con ragazze in età da marito e di scarsi mezzi, come sono le cinque sorelle Bennet. Eppure, fin dal primo incontro, tra la vivace Elizabeth e lo scostante Darcy scatta una cordiale antipatia; quando la ragazza scopre che lui trama contro la liaison tra l'amata sorella Jane e l'amico Bingley, l'avversione si fa ancora più forte.
La Divina Commedia rimanda per molti ai tempi della scuola, a testi di difficile comprensione, adatti solo per pochi eletti. Al contrario, essa è nata come opera per il popolo. Lo documenta la storia di questo libro la cui origine è nelle conversazioni dell'autore prima con i figli - su loro richiesta - e alcuni loro amici diventati in breve tempo duecento; poi con un gruppo di massaie e infine con migliaia di ragazzi e adulti in tutta Italia.